Diagnosi energetica casa, risparmio e incentivi: cosa cambia dal 2025 per il settore. Tante informazioni utili e importanti.
Il tema della diagnosi energetica delle abitazioni si conferma centrale nel panorama italiano, soprattutto alla luce delle nuove normative europee e nazionali che mirano a rendere più efficienti e sostenibili gli edifici residenziali e non solo. Il patrimonio immobiliare italiano, caratterizzato da un’alta incidenza di edifici datati e poco efficienti, rappresenta una grande opportunità per il risparmio energetico e la riduzione dei costi in bolletta. Inoltre, la conoscenza approfondita di questo strumento è ormai indispensabile per orientarsi tra gli incentivi fiscali e rispettare gli obblighi imposti dalla recente Direttiva “Case Green”.
Diagnosi energetica: definizione, scopi e normativa aggiornata
La diagnosi energetica è una procedura tecnica sistematica, definita dal Decreto Legislativo 102/2014, che consente di ottenere una conoscenza dettagliata del profilo di consumo energetico di un edificio o di un impianto. Non si limita a una semplice fotografia statica, come l’Attestato di Prestazione Energetica (APE), ma analizza i consumi reali, tenendo conto delle abitudini degli occupanti, delle condizioni climatiche locali e dell’effettivo utilizzo degli spazi.
L’obiettivo primario della diagnosi energetica è identificare in modo preciso le inefficienze e gli sprechi energetici, come dispersioni termiche, impianti obsoleti o mal gestiti, proponendo interventi di riqualificazione che consentano di massimizzare il risparmio e migliorare il comfort abitativo.

Diagnosi energetica della casa: tutti i dettagli – notedicioccolato.it
Dal punto di vista normativo, il 2025 segna un anno cruciale: il Decreto Ministeriale del 26 giugno 2015 impone l’obbligo di diagnosi energetica per le ristrutturazioni importanti (oltre il 25% dell’involucro edilizio) e per l’installazione di impianti termici con potenza superiore a 100 kW. Inoltre, la Direttiva Europea (UE) 2024/1275, nota come Direttiva “Case Green”, entrata in vigore nel maggio 2024, fissa obiettivi ambiziosi di riduzione del 16% nei consumi energetici medi degli edifici entro il 2030, ampliando gli obblighi di audit energetico anche agli edifici con consumi superiori a 10 terajoule annui, come previsto dalla nuova Direttiva UE 2023/1791 da recepire entro ottobre 2025.
L’Italia ha già compiuto progressi importanti grazie agli interventi di efficientamento energetico realizzati tra il 2020 e il 2024, ma dovrà accelerare ulteriormente per centrare i target europei, con un piano che prevede la riqualificazione di milioni di edifici e investimenti stimati in circa 85 miliardi di euro entro il 2030.
Il processo tecnico e i vantaggi economici della diagnosi energetica
La diagnosi segue un iter rigoroso disciplinato dalla norma UNI CEI EN 16247-2:2022. Dopo un incontro preliminare per definire gli obiettivi, il tecnico qualificato – che può essere un Esperto in Gestione dell’Energia (EGE) o una Energy Service Company (ESCo) certificata secondo UNI CEI 11339 e UNI CEI 11352 – raccoglie dati attraverso la documentazione tecnica e un sopralluogo dettagliato. L’utilizzo di strumenti avanzati come termocamere e software di simulazione dinamica permette di costruire un modello energetico affidabile, che consente di stimare con precisione i potenziali risparmi.
Il report finale indica una lista prioritaria di interventi migliorativi, corredati da analisi costi-benefici e tempi di ritorno dell’investimento, tenendo conto degli incentivi fiscali in vigore. Nel 2025, l’Ecobonus prevede detrazioni fino al 50% per le prime case, mentre il Conto Termico 3.0 offre rimborsi fino al 65% per l’installazione di pompe di calore e sistemi di riscaldamento efficienti.
Il costo di una diagnosi varia da 1.000 fino a 15.000 euro a seconda della complessità dell’edificio, ma il risparmio energetico annuale può raggiungere il 40%, traducendosi in centinaia o migliaia di euro risparmiati in bolletta, con un tempo di rientro dell’investimento fra 3 e 7 anni. Non eseguire la diagnosi quando obbligatoria espone a sanzioni amministrative che possono superare i 40.000 euro.
Oltre ai vantaggi economici, la riqualificazione energetica aumenta il valore immobiliare fino al 15%, un fattore importante in vista di una futura vendita o locazione.