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Mangiarli dopo pranzo o cena è un disastro per il corpo: i 6 alimenti “nemici” della digestione

Caffè cibi gelatiAnche il caffè andrebbe evitato - www.NoteDiCioccolato.it

Un’analisi di un nutrizionista spiega quali cibi andrebbero evitati. Non sono quelli che credi. 

In un’epoca in cui il benessere digestivo è al centro dell’attenzione, è fondamentale fare chiarezza su quali alimenti evitare a fine pasto per non compromettere la salute dell’apparato digerente. Il biologo e nutrizionista Simone Gabrielli fornisce un’analisi dettagliata e scientifica sui cibi più “nemici” della digestione, sfatando miti e spiegando i rischi di alcune abitudini alimentari consolidate.

Molte persone, spesso spinte da credenze popolari o da tradizioni culinarie, inseriscono nel proprio pasto elementi che in realtà possono rallentare o complicare il processo digestivo. Non si tratta di alimenti pericolosi, ma di scelte che possono aggiungere un carico inutile di calorie e appesantire lo stomaco, spiega Gabrielli. Tra questi, spiccano sei categorie principali.

Spesso la frutta viene considerata un toccasana in ogni momento, ma è importante distinguere fra le diverse tipologie. La frutta secca e oleosa come noci, mandorle e nocciole è ricca di grassi salutari, vitamina E, sali minerali e acidi grassi omega-3 e omega-6, ma è controindicata a fine pasto perché ricca di calorie e di un potere saziante che può interferire con il corretto svolgimento della digestione. Viceversa, la frutta essiccata, come fichi secchi, prugne, datteri e albicocche, contiene un’elevata concentrazione di zuccheri semplici, utile come spuntino pre-allenamento ma potenzialmente dannosa se consumata in eccesso subito dopo un pasto abbondante.

Il mito secondo cui la frutta fresca a fine pasto causerebbe gonfiore o rallenterebbe la digestione viene smontato dall’esperto: se non si soffre di patologie specifiche, la frutta fresca può essere consumata senza timore, anche alla fine del pasto.

In Italia come in Francia, è diffusa la tradizione di consumare il formaggio come “dessert” dopo il pasto, un’usanza che Gabrielli definisce potenzialmente dannosa. I formaggi apportano grassi saturi, calorie e sale, elementi che possono appesantire lo stomaco e alterare l’equilibrio nutrizionale del pasto. Meglio considerarli come portate principali, sostituendo altre fonti proteiche, e limitarne il consumo a 2-3 volte a settimana, scegliendo prodotti di alta qualità e preferendo quelli meno stagionati.

Patatine fritte, dolci fritti e simili rappresentano un piacere irrinunciabile per molti, ma sono anche tra i cibi più difficili da digerire a causa dell’elevato contenuto di grassi e oli. Questo rallenta lo svuotamento gastrico e può causare pesantezza, gonfiore e sonnolenza post-pasto. Oltre a incrementare il rischio di colesterolo alto, trigliceridi elevati e pressione arteriosa, i fritti aumentano il carico glicemico e favoriscono un consumo eccessivo per la loro forte appetibilità. Gabrielli consiglia quindi di considerare il fritto come uno sfizio occasionale, da assumere lontano dai pasti principali.

Gelato, alcol e caffè: i falsi amici della digestione

Il gelato, soprattutto nella sua versione artigianale, non è da demonizzare ma va consumato con consapevolezza. Secondo Gabrielli, il gelato confezionato a fine pasto può trasformare rapidamente il pranzo o la cena in una bomba calorica, mentre una pallina di gelato artigianale ogni tanto non rappresenta un problema per la digestione. Spostare il consumo a merenda potrebbe essere la strategia migliore per non appesantire inutilmente lo stomaco.

Gelati cibi eliminati

Spiacente per i golosoni: il gelato andrebbe limitato! – www.NoteDiCioccolato.it

In Italia è radicata la tradizione dell’amaro o della grappa come “digestivo”, ma Gabrielli chiarisce che l’alcol può invece rallentare la digestione e irritare le mucose gastriche aumentando la produzione di acido. L’effetto rilassante e vasodilatatore dell’alcol può dare un falso senso di sollievo, ma non migliora realmente il processo digestivo. Il beneficio percepito deriva dagli estratti di erbe officinali contenuti in alcuni liquori, non dall’alcol in sé. La raccomandazione è di evitare l’alcol a fine pasto, o di assumerlo con moderazione e lontano dai pasti principali.

L’espresso dopo il pasto è una tradizione consolidata e, se consumato senza eccesso di zucchero, può favorire la digestione. Tuttavia, in presenza di problematiche gastriche come acidità, reflusso o ulcera, è meglio evitarlo perché la caffeina e gli acidi presenti nel caffè possono esacerbare questi disturbi, peggiorando la qualità della digestione.

Le indicazioni del dottor Simone Gabrielli rappresentano un utile vademecum per chi desidera migliorare la propria alimentazione senza rinunciare al gusto, ma con consapevolezza e attenzione alle reazioni del proprio organismo. Nel panorama delle mode alimentari e delle fake news che circolano sul web, l’approccio scientifico e personalizzato è la chiave per un benessere duraturo.

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