Un esperimento condotto dallo psicologo Dan Ariely in una fabbrica israeliana mostra come la pizza e i complimenti possano aumentare la produttività più di un bonus in denaro.
Mangiare pizza non è solo un piacere da condividere con amici o in famiglia: secondo uno studio condotto dallo psicologo Dan Ariely, autore del libro Payoff: The Hidden Logic That Shapes Our Motivations, questo alimento può addirittura spingere le persone a lavorare meglio. La ricerca, realizzata in un contesto produttivo concreto, ha mostrato come piccoli gesti simbolici o gratificazioni alimentari possano avere un impatto più forte sulla produttività rispetto a premi economici. Un risultato che ribalta molte convinzioni tradizionali su ciò che realmente spinge i dipendenti a dare il massimo.
Lo studio nella fabbrica israeliana e i tre messaggi motivazionali
L’esperimento è stato condotto in una fabbrica di semiconduttori Intel in Israele, dove Ariely ha deciso di testare tre diversi tipi di incentivo. All’inizio della settimana lavorativa, i dipendenti hanno ricevuto uno di tre messaggi: il primo prometteva un bonus in denaro pari a 30 dollari, il secondo annunciava che il capo si sarebbe complimentato con loro per il lavoro svolto, il terzo offriva un buono per una pizza gratis.

Uno studio rivela che pizza e complimenti motivano i lavoratori – notedicioccolato.it
I risultati sono stati sorprendenti già dopo il primo giorno: chi aveva ricevuto l’offerta della pizza ha mostrato un aumento della produttività del 6,7% rispetto al gruppo di controllo, che non aveva ricevuto alcun messaggio. Subito dietro si sono piazzati i complimenti del capo, capaci di generare un miglioramento del 6,6%. Al contrario, il denaro si è rivelato meno efficace: i dipendenti motivati dal bonus hanno registrato un incremento più modesto, pari al 4,9%. Con il passare dei giorni, le differenze sono diventate ancora più evidenti. Mentre l’entusiasmo generato dalla pizza e dai complimenti si è mantenuto stabile, chi aveva ricevuto la promessa del denaro ha iniziato a calare drasticamente. Alla fine della settimana, questo gruppo non solo aveva perso lo slancio iniziale, ma mostrava addirittura un livello di produttività inferiore del 6,5% rispetto al punto di partenza.
Pizza e complimenti più efficaci del denaro sul lungo periodo
L’aspetto più interessante emerso dallo studio riguarda la tenuta nel tempo dei vari incentivi. La pizza si è confermata un fattore motivazionale forte, ma nel lungo periodo i complimenti hanno dimostrato di essere ancora più efficaci. Gli elogi, semplici e gratuiti, hanno mantenuto viva la motivazione dei dipendenti anche quando l’effetto della ricompensa immediata della pizza tendeva ad attenuarsi. Il denaro, invece, ha mostrato un effetto boomerang. Dopo un’iniziale spinta, l’offerta economica ha prodotto l’effetto opposto, abbassando la motivazione e facendo calare la produttività. Ariely sottolinea come le persone spesso associno i bonus economici a un obbligo più che a un riconoscimento, mentre gesti di gratitudine o piccole ricompense simboliche vengono percepiti come più autentici e gratificanti.
Questi dati aprono una riflessione sul mondo del lavoro contemporaneo. In molte aziende, si dà per scontato che i bonus economici siano il modo migliore per spronare i dipendenti. Lo studio di Ariely dimostra che non sempre è così: un buono pizza o un semplice “bravo” del capo possono avere effetti più tangibili, rafforzando il legame tra lavoratore e ambiente di lavoro. La ricerca condotta in Israele conferma che il fattore umano resta al centro della produttività: non a caso, i dipendenti che si sono sentiti apprezzati o gratificati hanno continuato a dare il massimo, dimostrando che motivazione e rendimento non dipendono solo dal portafoglio, ma anche da relazioni sociali, riconoscimento e piccoli piaceri quotidiani.